Archivio della categoria: Varie

Autobus

Di notteCredo di essere una delle poche donne che hanno conseguito la patente di guida, ma non ne fanno uso. Non mi va di guidare, forse perché quando ero ragazza avevo sempre tutto comodo, casa e lavoro distavano meno di un chilometro l’una dall’altro, il capolinea degli autobus era a due passi e l’autobus che portava in centro città passava ogni quindici minuti. Da lì il mio totale disinteresse per l’utilizzo dell’auto per i miei spostamenti. Quando poi mi sono sposata ed ho lasciato la città per un paese limitrofo, ho avuto la fortuna di finire di nuovo in vicinanza di un capolinea autobus,  con la linea che collega direttamente la mia casa con il mio luogo di lavoro. Che fortuna!

In tutti questi anni da “pendolare” oltre ad aver imparato a menadito gli orari di tantissimi autobus, sia estivi che invernali, sia feriali che festivi, ho cominciato ad osservare i passeggeri abituali, quelli occasionali, quelli “furbetti”, quelli che -Adesso le spiego io come fare…-, i diversi conducenti, perché no?!, ma altresì i vari tragitti, le case, i negozi, in diverse ore del giorno, all’alba, al pomeriggio, di sera.

La parte più bella è passare in prossimità di condomìni quando fuori è buio, sembra di stare a teatro o davanti ad una di quelle gigantesche case delle bambole, Ogni finestra una stanza diversa, ogni finestra illuminata una scena diversa, che cosa starà cucinando quella mamma?, magari invece è una sposina fresca di matrimonio che sta mettendo in atto gli insegnamenti della mamma, in quest’altra sala stanno guardando la tv, film, partita di calcio, telegiornale?. La fantasia si scatena quando stai con il naso incollato al finestrino, con la speranza di non sentire i pettegolezzi della solita domestica ficcanaso, sono immagini che ti passano davanti in un istante, come tante fotografie scattate alla rinfusa. E’ come avere davanti un multischermo e controllare contemporaneamente più trasmissioni. Puoi persino immaginare i dialoghi se vedi qualcuno all’interno della stanza.

Quando poi si è nel periodo natalizio è tutto un gioco di luci: chi le sceglie sobrie, magari bianche o blu e chi mille colori, senza contare i Babbi Natale che si arrampicano da ogni parte. Più un condominio è grande, più luminarie si vedono e tutte diverse.

Poi ci sono i bar: in inverno gente frettolosa che addirittura non spegne nemmeno l’auto, le luci sono basse, forse per non svegliare i clienti ancora assonnati, pochi sono seduti a tavolino a leggere il giornale; in estate cambia tutto, gli avventori sono svegli, chiacchierano a gruppetti fuori dal bar, si sa, in estate si sta meglio fuori all’alba, a godersi quei pochi istanti di fresco, bevono il caffè seduti ai tavolini sfogliando la Gazzetta dello sport o il quotidiano locale. La maggior parte sono operai, manovali, meccanici… un’ora dopo è il turno delle mamme e dei papà che si trovano per un caffè in compagnia dopo aver accompagnato a scuola i figli e che si accingono a raggiungere uffici, negozi ecc. Se passi con l’autobus verso l’ora di pranzo, ti capita di intravedere qualcuno che si concede un aperitivo, o che consuma uno spuntino veloce, perché ha tempi ristretti. Stessa cosa al pomeriggio e la sera.

I piazzali dei supermercati deserti di prima mattina, sono pieni di auto al pomeriggio e la sera e all’interno è un intrecciarsi di carrelli in un continuo via vai da una corsia all’altra.

Nelle giornate soleggiate e limpide si vedono le montagne, a volte cariche di neve, che sembrano tanto vicine da poterle raggiungere con una semplice passeggiata.

Tutto questo e molto altro si nota, si immagina in venti minuti di tragitto casa-lavoro, lavoro-casa, tanto che a volte mi viene da pensare: chissà se c’è chi, in questo momento, vede l’autobus che passa e si immagina storie sui passeggeri che lo affollano, osservandolo come in un gigantesco plastico con case, palazzi, negozi, automobili…

Chissà. Voi cosa ne dite?

Cosa non faremmo per i figli…

imagesCAJM6HI2Vi sembra una cosa normale andare al lavoro con febbre, tosse e raffreddore solo per far sì che la settimana di vostra figlia scorra senza intoppi? Cosa non faremmo per i figli…

Andiamo con ordine: domenica scorsa ho cominciato ad accusare i primi segnali di un raffreddore con i fiocchi, il naso che sembrava un rubinetto rotto, occhi lucidi, dolori ovunque come se fossi passata sotto uno schiacciasassi, la conclusione ideale per un weekend. Me ne sono andata a letto alle otto, lasciando marito e figlia a tavola.

Lunedì mattina, dopo una notte praticamente insonne, alzarsi è stato un vero trauma: neanche avessi dormito in ginocchio sul balcone! Le gambe mi facevano male persino a raddizzarle, figuriamoci poi a camminare; la febbre che mi diceva -Eccomi, sono arrivata- ed io, da pazza quale sono, mi sono preparata per andare al lavoro. Tutto questo perché?

La scorsa settimana, Matilde ha espresso il desiderio di partecipare ad uno stage di danza contemporanea con Carl Portal (“Amici”), che si terrà sabato e domenica prossimi. Anche se un po’ riluttanti, abbiamo acconsentito; era al settimo cielo quando ha aggiunto il suo nome alla lista dei partecipanti, insieme ai suoi compagni di corso; il nostro unico timore a quel punto era che si beccasse l’influenza proprio in quei giorni.

Lei no, la mamma sì! Restano comunque gli impegni della settimana e, se non bastasse, si è aggiunta al tutto l’assemblea dei genitori per l’iscrizione alle scuole medie. Io da brava “supermamma”  ho fatto del mio meglio, ho fatto amicizia con Paracetamolo e Gocce per la tosse e tutti insieme siamo arrivati a venerdì sera. Domani è il grande giorno!

Domani alle 16 in punto vedrò mia figlia realizzare il suo desiderio e chi se ne importa se avrò con me quindici pacchetti di fazzoletti perché il naso non smette di colare?! Se avrò bevuto l’ennesima tachipirina… I suoi occhi luccicanti ed il suo sorriso faranno dimenticare ogni cosa.

Cosa non faremmo per i figli…

 

Mail

Mi  capita spesso di gironzolare su internet guardando e leggendo blog sui più disparati argomenti, qualcuno lo seguo, o ne ricevo le newsletter.

Ieri ho preso il coraggio a due mani e… no, molto meglio dire che la mia impulsività ha preso il sopravvento ed ho scritto una mail all’autrice di un blog che seguo da un po’ di tempo. Che cosa ci posso fare, fin dalla prima volta che sono capitata su quel blog ho sentito, non so come dirlo,  che eravamo in qualche modo vicine. Non come stile, io ho molto da imparare, ma in quello che è la nostra vita quotidiana; ogni volta che leggo uno dei suoi post mi ritrovo a pensare “anche per me è così”, riesce a dire alla perfezione quello che io riesco solo a pensare.

Beh, mi sono messa alla tastiera ed ho scritto, poche righe in verità, non volevo sembrare invadente. Sinceramente pensavo che avrebbe ignorato la mia mail, quindi mi sono messa il cuore in pace (non senza essermi data della stupida almeno un centinaio di volte) e mi sono dedicata al mio sabato di shopping.

Durante il tragitto sull’autobus che ci riportava a casa dalla città, ho visto la mail; la blogger che seguo mi aveva risposto! E’ stato davvero bello leggere le sue parole incoraggianti, mi ha fatto un grandissimo piacere e resto fermamente convinta che il mio intuito non ha sbagliato.

Indovinasse così anche per le amicizie…

Perché a volte ci ritroviamo ad esprimerci meglio con chi non conosciamo, ma con cui sentiamo di avere molto in comune e non con le persone che noi stesse abbiamo scelto come amici, compagni…?

Io credo al destino, tutto accade con uno scopo ben preciso e con tempi calcolati, di cui noi siamo gli ignari destinatari. Forse sarà parte del mio essere sognatrice?

 

Normalità e nebbia

Bentornata normalità. Finite le feste si ricomincia a ragionare, adesso un sabato è un sabato e la settimana è lavorativa. Mi spiego: ieri mattina sono uscita di casa come al solito alle sette meno dieci per recarmi al lavoro e, benchè avvolta dalla nebbia fosse poco visibile, la pensilina degli autobus era pressochè vuota; mi sono chiesta come mai? al martedì ci sono diversi ragazzi… già, avevo scambiato il venerdì con il martedì; l’Epifania tutte le feste porta via, ma anche il mio senso dell’orientamento in fatto di giorni.

Perciò, stamattina che marito e figlia sono rispettivamente al lavoro e a scuola ed io sono qui che mi ritaglio qualche momento “tutto per me”…evviva, siamo tornati alla normalità! Oggi è sabato! (e sono sicura di non sbagliare).

Bene, una volta salutati i due sopracitati e sbrigate le prime faccende, mi sono concessa una tazza di caffè davanti al pc: cosa scriviamo oggi? Scriviamo di ieri.

Ieri mattina come ho già detto, ci siamo svegliati nella nebbia, come succede ormai da un mese circa; so quanto possa essere pericolosa per chi viaggia in auto, soprattutto quando è molto fitta (come ieri appunto), ma mentre aspettavo l’autobus non ho potuto fare a meno di pensare che la nebbia mi dava l’opportunità di restare nel mondo dei sogni.

Mi spiego meglio, quando ci si trova in mezzo alla nebbia, si sentono i rumori attutiti o non se ne sentono affatto,  si intravedono le sagome di ciò che ci circonda e noi stessi, per chi ci è distante, siamo indistinguibili; quindi se abbiamo lasciato il letto con un sogno interrotto sul più bello, perchè non continuarlo?! ad occhi aperti s’intende.

Tutto quello che mi circonda svanisce: i ragazzini con i loro auricolari, che è come se non li avessero, dato che la musica è sempre a tutto volume; le “pettegole” (eh sì) che se ne vanno al lavoro criticando chi gliene dà; gli eterni insoddisfatti dei servizi pubblici che si lamentano trecentosessantacinque giorni all’anno dei ritardi degli autobus, anche se sono loro a non memorizzare gli orari (ma questa è un’altra storia); le “ochette” che si sentono grandi perchè è il primo anno che prendono l’autobus da sole e continuano a ridacchiare in modo isterico; tutto scompare. Io resto lì avvolta dal mantello dell’invisibilità e osservo, penso, sogno. Oserei dire che mi sento quasi protetta, i miei pensieri come anche la mia espressione, sono al sicuro. Il tempo sembra rallentato, fermo; la luce cambia lentamente,soprattutto in questi giorni d’inverno.

La nebbia ci offre la possibilità di restare soli in mezzo alla folla, quasi invisibili. Soli con noi stessi.

Guardi fuori dal finestrino dell’autobus e cosa vedi? Il nulla. Il viaggio, che non dura più di venti-venticinque minuti, sembra infinito.

Per arrivare in città, devo attraversare i laghi e se appena c’è un po’ di luce è fantastico, l’autobus sembra viaggiare su questo ponte sospeso sul “nulla” diretto verso il “nulla”.

Così sono arrivata al lavoro con la testa ancora un po’ tra le nuvole, o meglio tra i banchi di nebbia.

Questo non vuol dire che adori la nebbia, anzi, sono in pensiero per chi è per strada, per chi si deve spostare a piedi, per chi non può evitare di uscire di casa, ma quando non ci sono pericoli in agguato, la nebbia mi piace, proprio come la neve.

Adesso però devo chiudere la mia parentesi tonda e aprire la graffa della normalità: lavare, spazzare e cucinare. Che cosa si mangia oggi?

 

 

Voglio fare la modella?!?

Sabato 14 assisterò ad uno show-cooking con nientepopodimenoche Simone Rugiati come protagonista… è da circa un mese, che il voucher con la prenotazione per me e la streghetta gira per casa e, prima o poi, dovevo cominciare con i pensieri assurdi…

Martedì, l’altro ieri per essere precise, come tutte le settimane, la streghetta ed io abbiamo preso l’autobus delle 16 e 20 dirette in centro per la sua lezione di danza. Arrivate a scuola in anticipo, notiamo che c’è più affollamento del solito, al martedì ci sono le piccoline che fanno danza gioco e le bimbe di 4-5 anni che fanno danza classica, ognuna delle quali accompagnata da mamma e papà (minimo), nonni, sorelle, fratelli e per fortuna non si portano cani e gatti o pesci rossi… Questo non è di per sé un problema, se non fosse che lo spazio riservato all’attesa di queste piccole danzatrici in erba, non è propriamente la hall dell’Hilton. Per farla breve, divani e poltrone sono tutti occupati e la saletta ristoro pure. quindi, l’unica cosa saggia da fare è uscire a farsi una passeggiata, meno male che ci sono ancora delle splendide giornate, più primaverili che autunnali.

Mollo perciò la steghetta a giocare in sala puff (una stanzetta piena di enormi cuscini) con i suoi compagni di corso e me ne vado a zonzo per il centro. Devo passare in un negozio a fare una commissione per lei e strada facendo mi imbatto in uno dei tanti punti vendita di cosmetici. Sapete, quelli che vendono ombretti a €1,99; rimmel a €5,99, smalti e ombretti praticamente regalati, insomma, quelli che venderanno sempre, perché per le ragazzine sono molto più accessibili delle super costosissime profumerie.

Bene, passo, vado oltre… e ritorno! Sì, perché nello stesso momento in cui i miei occhi si sono posati sulla vetrina, una vocina dentro di me ha cominciato: – E tu come ti presenti sabato, in mezzo a tutta l’altra gente? Senza trucco come stai sempre? Guarda che non vai mica a lavorare…- roba che il grillo parlante di Pinocchio, al confronto era muto. Cosa potevo fare di fronte a tanta insistenza? Sono entrata.

Il negozio era vuoto, per mia sfortuna (sì, perché se fosse stato pieno, avrei avuto la scusa per uscire), mi guardo un attimo intorno e poi mi rivolgo alla commessa, che senz’altro si sarà chiesta da che pianeta venivo.

E’ stata gentilissima ed io me ne sono uscita, un po’ di tempo dopo con: una crema colorata, tre ombretti, un rimmel waterproof, uno struccatore bifase (cosa vorrà dire?) e uno smalto. Bella soddisfatta ho ripreso la via della scuola di danza, mentre la solita vocina mi domandava: – Adesso cosa te ne fai di tutta questa roba? Tanto poi non la usi perché dici che non sei capace di truccarti come vorresti… Vorrai mica fare la modella, alla tua età!-

Ho due giorni di tempo per provare, ma sono quasi certa che sabato sarò acqua e sapone.

Ciao a tutti.

Happy Halloween!

happy-halloween-images-4Felice Halloween a tutti!

Come ho già scritto anche su FB, non credo assolutamente che i bambini, che stasera scorrazzeranno per le vie al grido di “Dolcetto o scherzetto?”, siano satanisti incalliti. Penso piuttosto che lo facciano per il piacere di mascherarsi (e a chi non piace?) e per il fatto di tornare a casa con un bottino di caramelle, cioccolatini e dolciumi vari. Perciò ben venga la loro beata ed esuberante innocenza! Guardiamoci invece dagli adulti che con tanta facilità li accusano di essere malvagi. Troppo spesso gli adulti si dimenticano di essere stati bambini e faticano ad ammettere che, forse quelli ad essere malvagi sono proprio loro; loro che agiscono coscientemente, almeno in apparenza.

Ecco, questo è il mio pensiero, finisco i miei preparativi e me ne parto alla volta di:

Castle Street Food -Halloween Edition- Fontanellato (Parma)

Dove “Due streghe e un pezzetto” girerà in incognito, travestite da umane, curiosando, fotografando e soprattutto mangiando qua e là.

Arrivederci a presto e… “TRICK OR TREAT?” a tutti!

(immagine presa dalla rete)

Proviamoci!

Dovevo iniziare in qualche modo.

Chiedo perciò scusa a tutti coloro che hanno visto il titolo ma non il contenuto.

Le due streghe siamo mia figlia ed io, il pezzetto è la nostra magica gatta a squama di tartaruga.

La magia a casa nostra fa parte delle piccole cose; piccoli gesti che agli occhi di una bambina sembrano magie. Una focaccia che lievita più del previsto, un fiore che si schiude prima del tempo… tutto diventa magico; chi avrà contribuito in tutto ciò?

Dopo anni passati ad osservare nipoti e amiche che si dilettavano con il patchwork, il decoupage, le creazioni con le perline, le mie sorelle con i lavori a maglia, altre amiche che dipingono e addirittura espongono pluripremiate, mi sono chiesta se anch’io non avessi qualcosa che mi piaceva fare.

La mia passione è la cucina, ma, ammettiamolo, Blog di cucina ce ne sono un’infinità! Non è detto però che non pubblichi qualche ricetta quassù. Ricette tramandate di madre in figlia. Mi piace altrettanto scrivere, ma l’ispirazione a volte tarda ad arrivare…

… e così scriverò, di tutto un po’, sperando che qualcuno legga e si ritrovi in un’atmosfera famigliare, che siano amenità, ricette, riflessioni o quant’altro.

Alla prossima…