Archivio mensile:Ottobre 2016

La cucina di Due streghe e un pezzetto -cucina e blog-

I blog di cucina sono i miei preferiti. Passerei intere giornate a leggere qua e là le ricette, suggerimenti e trucchetti del mestiere, e la giornata volerebbe dal momento che ogni blog ti reindirizza ad almeno altri dieci, se non di più, sullo stesso argomento. Così inizi con il blog A che segue i blog B e C i quali, a loro volta seguono D,E,F,G e via di questo passo….

Puntualmente parto cercando un’idea per un aperitivo e mi ritrovo con un pranzo completo, di cui mi sono anche stampata tutte le ricette, perché mi piace averle in cartaceo.

Non ho seguito corsi, cucino da quando ero bambina, imitando mia madre e cercando di ottenere i suoi risultati. Ho iniziato con le ricette della tradizione mantovana, per poi provare altre vie. Purtroppo cucinare non è la mia professione, così mi ci dedico soprattutto nei week end, quando posso osare tempi di cottura più lunghi.

Naturale che il primo istinto sia stato quello di aprire (si dice aprire?) un blog di cucina, ma ce ne sono a migliaia, anzi se contiamo anche quelli stranieri, a milioni, quante possibilità avrei avuto come cuoca dilettante? Così, come ben sapete ho cominciato a scrivere di tutto un po’, magari non ci saranno molti lettori perché non ho un tema specifico, ma poco importa, mi diverto a scrivere e questo mi rende felice.

Qualche tempo fa, avevo espresso l’intenzione di creare una sorta di rubrica all’interno del blog, dal titolo “La cucina di due streghe e un pezzetto”, idea poi accantonata perché non avevo ricevuto nessun commento né in positivo, né in negativo. Adesso però voglio riprovarci, forte dei “like” ricevuti dai miei piatti su Fuudly, da parte di persone che del blogging e della cucina ne hanno fatto una professione.

Andiamo ad incominciare, con l’intenzione di farlo diventare un appuntamento settimanale, e per questo primo incontro ho deciso di partire dalla fine, da quello che rimane alla fine di un pranzo: gli avanzi. Quando restano una forchettata di questo, un cucchiaio di quello e un pezzetto di quell’altro è sempre un dilemma, almeno per me; non ci si può pranzare in tre ed è un peccato, oltre che uno spreco, buttare il tutto. Così capita che a mezzogiorno, quando si tratta di “mangiare al volo” per gli impegni di Matilde, mi organizzi per riciclare gli avanzi nel modo che preferisco: farcendo un panino.

Panino svuotafrigo 1

Panino

Ed eccolo qua, un panino di farina di semola, farcito con guanciale di manzo brasato alla birra, mela Golden e Roquefort sbriciolato; il tutto insaporito dal sugo denso e cremoso del brasato.

Certo non è uno spuntino/pranzo/cena leggero, ma vi posso garantire che è tanto, tanto buono, da farvi dire -Quasi quasi ne mangerei ancora-, provate e fatemi sapere.

Alla prossima settimana.

 

Foglie cadute

11694991_921441451264507_4760885420974139673_n1Stamani Mantova si è svegliata avvolta da una nebbia leggera; quella nebbia che vela le cose ma non le cela, le avvolge piuttosto in un alone di mistero.

Sono uscita di casa presto, era ancora buio e, quando l’autobus è arrivato in centro città, anziché aspettare che ripartisse, vista la temperatura mite, sono scesa ed ho fatto a piedi l’ultimo tratto di strada per recarmi al lavoro. La strada costeggia un parco pubblico ed il marciapiede era cosparso di foglie, cadute un po’ per l’autunno e un po’ per la pioggia, di tante tonalità di giallo, dal giallo carico, caldo, intenso, al giallo più acido, quasi verde, qua e là qualche foglia rossa e qualcun’altra marrone interrompevano la macchia dorata. Qualche fogliolina si staccava ogni tanto e si posava a terra, andava silenziosamente a raggiungere le altre per completare il tappeto che di lì a qualche ora sarebbe stato spazzato via dagli operatori ecologici.

C’era ancora poco traffico, non passavano molte auto e riuscivo a sentire il rumore dei miei passi sulle foglie non completamente impregnate d’acqua, se solo avessi potuto chiudere gli occhi mentre avanzavo, senza rischiare di finire contro un palo dell’illuminazione pubblica, avrei potuto tranquillamente affermare di essere in un bosco, in montagna, sentivo il profumo della terra bagnata, degli alberi e non di smog, come spesso succede quando l’umidità è pesante come stamattina da sembrare pioggia; ho alzato lo sguardo verso il cielo, chissà forse con la segreta speranza di vedere i rami intrecciati degli alberi, ma era ancora piuttosto buio, sentivo solo le minuscole goccioline che cadevano sul viso e sugli occhi. Ero lì, a pochi metri dal mio posto di lavoro, eppure distante chilometri. Talmente distante che la strada sembrava non finire mai, eppure sono arrivata alla solita ora di ogni giorno, di ogni settimana… Ho aperto il grande cancello e sono entrata, lasciandomi alle spalle quel breve incontro a tu per tu con l’autunno inoltrato.

Immagine di R.Pietresato