Archivio mensile:Dicembre 2015

Blog

Sono stata assente dal blog per parecchi giorni, le Feste sono in pieno svolgimento, domani però si lavora, così stasera, mentre finivo di preparare divise e camici per questi giorni lavorativi, mi sono riguardata per la duemillesima volta “Julie & Julia”.
Mi piace tantissimo questo film; un po’ per la cucina, un po’ per il discorso blog.
Non che io mi aspetti la notorietà di Julie Powell con il suo blog, ma mi piace pensare, come lei, che qualcuno che lo legge ci sia, aldilà di amici e parenti.
A proposito, ho cambiato il look del blog, è molto più chiaro adesso e sembra anche meno “pesante”.
Tornando al film Maryl Streep è fenomenale come sempre, e Julie Powell è impersonata grandiosamente secondo me; l’attrice (di cui ora mi sfugge il nome) riesce a trasmettere la semplicità della vita di questa ragazza, i suoi pensieri, le sue ambizioni, le sue vittorie e le sue sconfitte con molta naturalezza, tanto che, leggendo il libro si riesce a visualizzare perfettamente la scena del film, tanto è stata interpretata fedelmente.
Io non mi sono data una scadenza, non ce la farei mai a portare a termine un progetto con una scadenza, mi ridurrei alla corsa dell’ultimo minuto; però voglio metterci impegno e scrivere con una certa assiduità.
Ogni volta che rivedo il film si riaccende quella spia che mi sprona ad andare avanti, anche se non ho riscontri dell’esistenza di lettori sconosciuti, di qualcuno che dà un’occhiata al mio blog di tanto in tanto.
A volte mi chiedo come possa qualcuno capitare, navigando on line, sul mio blog; mi immagino questo lettore/lettrice che legge i miei articoli, che magari si fa delle domande su di me, sulla streghetta, sulla nostra vita e che decide di seguire le nostre vicende, curiose o noiose che siano.
Questo mi fa continuare.
Scriverò, scriverò e scriverò…

Mare, Sabbia e Nebbia.

Il primo week end, che ha dato ufficialmente il via alle festività, è passato ed io sento di essere già aumentata di peso. Scherzo, ma è vero che ho assaggiato qualcosa che mi ha lasciata… senza parole. Non saprei davvero che aggettivo usare, tanta era la semplicità e tanto era il sapore e la leggerezza del tutto.

Andiamo con ordine: sabato 5 dicembre alle ore 14 circa, abbiamo iniziato il nostro ponte dell’Immacolata; camper carico di tutto punto (e quando dico di tutto punto, intendo scorte da poter affrontare un mese via da casa), zaino con libri scolastici per i compiti delle vacanze, due portatili, perchè non si sa mai che si trovi un’area di sosta con la connessione wifi (sono più che certa che se li avessimo lasciati a casa, avremmo davvero trovato wifi free ovunque!) per poter scrivere qualcosa subito, quasi in tempo reale, provviste davvero esagerate, perché non mi sono mai portata via così tante cibarie da che siamo camperisti ( bottiglie di brodo, lesso, un intero roastbeef, uova, verdure varie, ben due torte ecc.), il guardaroba invece è sempre molto ridotto, il giusto per la sopravvivenza.

Così, entusiasti per la prospettiva di un weekend lungo, siamo partiti con direzione Igea Marina, per visitare i presepi di sabbia e fare un “remember” dei luoghi di villeggiatura di quando eravamo ragazzini; alle 16 circa siamo arrivati all’area di sosta, ci siamo sistemati (allacciamenti, oscuranti ecc.) e siamo usciti per una passeggiata; a questo punto devo precisare una cosa: il mare in inverno non mi è mai piaciuto, vuoi perchè c’è freddo, vuoi perchè c’è tutto chiuso, mi incute tristezza; ma la nebbia è stata la ciliegina sulla torta! Cosa posso dire? Sembrava di essere in una città fantasma, le uniche persone che abbiamo trovato erano gli altri camperisti che erano rimasti delusi quanto noi. Perchè delusi? Perchè sebbene ci fosse un ponte lungo, l’inaugurazione dei presepi di sabbia era prevista per la domenica pomeriggio alle 15. Da suicidio; cosa si fa per quasi ventiquattr’ore in una città deserta? Abbiamo passeggiato per un po’ e poi siamo tornati al camper. Ovviamente neanche l’ombra del wifi…

La domenica mattina si è presentata senza nebbia, ma con quella foschia e quel grigiore che non si riusciva neanche a distinguere la linea dell’orizzonte tra cielo e mare. Ce la siamo presa comoda e siamo usciti sul tardi per fare un giro fino al canale e poi un aperitivo in uno dei pochi bar aperti. Lungo la via, abbiamo notato un ristorantino che proponeva solo pesce, a prezzi più che abbordabili, quando poi abbiamo visto il cartello “ANCHE DA ASPORTO” abbiamo pensato che potevamo tranquillamente andare a mangiare in camper; così oltre ai crostacei gratinati, abbiamo scelto una grigliata di pesce azzurro e quello che poi si è rivelata la vera scoperta (almeno per me), la piada con acciughe, radicchio e cipolle. Probabilmente qualcuno storcerà il naso, ma posso assicurare che è davvero una bontà. L’abbiamo mangiata tiepida, traboccava letteralmente di acciughe fritte, leggerissime, morbide che contrastavano con la croccantezza della cipolla (o cipollotto) e la freschezza del radicchio. E’ andata giù che era un piacere. Peccato ne avessimo presa solo una per assaggio. Da riprovare a casa assolutamente! 🙂

Abbiamo quindi aspettato l’apertura del capannone con i presepi di sabbia, davvero molto belli e poi siamo partiti per Cesenatico.

Anche qui stesso clima, l’oscurità però ci ha fatto apprezzare doppiamente i presepi sul Canale. La nebbia era talmente fitta e pesante che sembrava quasi piovesse. Le bancarelle che costeggiavano i due lati del canale stavano chiudendo i battenti; i ristoranti e le numerose osterie erano parecchio affollati, questo ci ha convinti a cenare in camper, senza dover fare la strada di ritorno al freddo. Anche perché, chissà a che ora avremmo mangiato!

Dopo una notte molto tranquilla, il lunedì mattina ci siamo diretti verso Brisighella. Incantevole. Anche se la solita nebbia ha rovinato il panorama che sarebbe stato mozzafiato, sia visto dalla Rocca, che dalla Torre dell’orologio; purtroppo ovunque ci volgessimo vedevamo “il Nulla” (neanche fossimo nella ” Storia Infinita “).

La notte qui ci ha messi alla prova o meglio, ha messo alla prova i nostri nervi: una festa, o “student party” che dir si voglia, proprio alle spalle dell’area sosta. I ragazzi erano un po’, come dire… alticci. urlavano, cantavano e, soprattutto sembrava che fossero pericolosamente vicini al camper.

Alle 4 e mezza la festa è finita; dopo aver riposato finalmente con un po’ di silenzio ed aver fatto una buona colazione, abbiamo ripreso la strada di casa, per evitare, nei limiti del possibile il traffico intenso del rientro alla fine del ponte dell’otto dicembre.

Ecco il resoconto della nostra mini vacanza. Ho pensato che l’idea della piada con acciughe e radicchio si potrebbe sfruttare per la vigilia di Natale, magari con delle mini piade da servire come antipasto, o come aperitivo con un bicchiere di prosecco.

Direi che… sì, faro proprio così.

Ciao a tutti.

Esperimenti in cucina

Da quando siamo stati al Castle Street food a Fontanellato, un pensiero si è insinuato nella mia mente: riprodurre il pane al carbone vegetale per la famiglia!

Ho cominciato a chiedere in giro, alla amiche, alle vicine di casa… Una di loro mi disse di aver trovato in erboristeria le pastiglie di carbone vegetale attivo, servono per il gonfiore addominale, ma si possono schiacciare ed usare per panificare; la cosa mi lasciò alquanto perplessa e, prima di provare ho preferito sondare ulteriormente il terreno; dovevo essere sufficientemente informata e soprattutto convinta, prima di tentare in cucina.

Così durante uno dei pomeriggi di danza di Matilde (la streghetta ha il nome della Grancontessa!, ebbene sì), ho girato tutte le erboristerie del centro città. Alla mia richiesta del carbone vegetale per panificazione, le commesse interpellate non hanno saputo dare una risposta: qualcuna non ne aveva mai sentito parlare, altre avevano visto il pane nero, ma -… chissà che gusto avrà? Io non riuscirei mai ad assaggiarlo! – eccetera, eccetera; un’altra addirittura mi ha dato l’impressione di non avere nemmeno chiaro il significato di “panificazione”.

Insomma tutti i negozi disponevano di compresse o di opercoli di carbone attivo, ma del suddetto da usare in cucina, nemmeno l’ombra. L’unica possibilità era di trovare qualcosa sul web, così cerca e ricerca, sono riuscita a trovare proprio quello che faceva al caso mio. Inoltrato l’ordine, nel giro di quattro- cinque giorni avevo in cucina il mio bel barattolo di carbone vegetale pronto per i miei esperimenti.

Il primo esperimento è stato con quelli che ho ribattezzato Panmuffin: panini lievitati appunto nello stampo dei muffin, dalla sommità che ricorda vagamente quella dei cupcakes. Li abbiamo sempre visti al naturale e devo ammettere che vederli grigi scuri, antracite, facevano un po’ impressione. Una volta lievitati, li ho messi in forno ed è bastato il profumo di pane, che si è sprigionato per tutta la casa, a dissipare ogni dubbio circa la loro riuscita (si sono bruciacchiati anche un pochino, ad essere sincera), erano croccanti fuori e morbidi dentro, con una mollica bella alveolata.

Adesso se mi riesce vi aggiungo le foto del primo esperimento:

Questi sono i panmuffin appena fatti, devono lievitare per almeno tre ore.

 

 

 

20151126_163543Dopo la lievitazione, pronti per il forno; 20 minuti a 200°C.

 

 

 

20151126_172419Ecco come si presenta l’interno una volta cotti e raffreddati.

 

 

 

La mia voglia di sperimentare però non era finita; il momento migliore è la domenica, quando, come al solito, ci concediamo un aperipranzo “chez nous” (in famiglia, insomma). Solitamente le focacce che accompagnano i nostri spritz sono con i pomodorini, piuttosto che con le olive o con le patate, ma per vedere bene il nero del carbone, ho deciso di farle al naturale, la farcitura era lasciata al gusto di ognuno.

Ho impastato così 600g di farina manitoba: 300g tradizionalmente e 300g con l’aggiunta del carbone vegetale. Ho steso le due parti affiancate sulla placca del forno e poi le ho messe a lievitare: la parte bianca ha avuto una lievitazione migliore, è diventata molto più alta.

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Era comunque uno spettacolo, nera e lucidissima! Anche queste sono state infornate a 200°C per 20 minuti circa; al termine della cottura le due metà erano perfettamente uguali.

 

Il gusto resta immutato, ma l’effetto ottico è notevole, soprattutto per la scacchiera.

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Eccomi arrivata alla fine degli esperimenti per ora. Il prossimo sarà con la pizza, che sta già spopolando, ma che voglio comunque fare da sola, poi si vedrà, magari proverò qualche dolce… anche se quello non è il mio forte…