Archivio mensile:Novembre 2015

Aria di festa.

Roselline di cartaManca meno di un mese a Natale… cominciamo a preparare qualche lavoretto?

Quest’anno la streghetta ha seguito l’esempio di una compagna di classe ed ha deciso di preparare delle roselline sbriluccicose ed alquanto economiche.

L’idea è piaciuta talmente, che la maestra ha chiesto loro di fabbricarne tante per addobbare l’aula intera. Si sono organizzate, hanno seguito lo stesso tutorial trovato su internet e si sono messe all’opera con entusiasmo.

Il garage, che ormai è adibito a dispensa e stendibiancheria, si è trasformato in laboratorio creativo. Fazzolettini di carta, smalti colorati, brillantini, Lacca per capelli, nastri e colla vinilica hanno fatto la loro comparsa sul freezer, che allo scopo è stato promosso a tavolo da lavoro. La prima è stata “sofferta”, sembrava non fosse così facile da realizzare, poi, una volta scaldate le mani è stato un continuo “sfornare” di rose dai più diversi abbinamenti di colore, con o senza brillantini, tutte però abbondantemente spruzzate di lacca, tanto che non sapevamo bene se ci trovavamo in tintoria o in un salone di parrucchieri.

Tutti i fiori poi sono stati messi ad asciugare sui termosifoni, in bella vista, in attesa di essere portati a scuola per l’addobbo finale.

Se qualcuno fosse interessato, sarò ben lieta di lasciare la tastiera alla streghetta per le spiegazioni del caso.

Alla prossima.

 

 

Sospesi

Non so voi, ma io da sabato mattina quando ho sentito le notizie di Parigi, mi sento come dire… “sospesa”. Faccio le cose di ogni giorno come ogni giorno, ma mi sembra che sia tutto provvisorio. Esco di casa per andare al lavoro, salgo sull’autobus con le stesse persone, ascolto gli stessi discorsi, ma c’è qualcosa di diverso, qualcosa che non so spiegare. Un po’ come quando si va in vacanza e per un po’ la nostra casa, la nostra strada, i nostri negozianti cambiano, ma noi sappiamo che presto tutto tornerà come prima. Al nostro rientro.

Anche il cielo ha sempre lo stesso grigio monotono, spezzato solo dal nero spento della notte. Fuori non ci sono rumori, non ci sono voci, non ci sono odori… tutto è fermo.

Stiamo aspettando qualcosa: la natura, noi, le cose, siamo tutti in attesa di qualcosa… sentiamo questa sensazione quasi di ansia, ci muoviamo più attentamente, quasi a non voler svegliare qualcuno che sta riposando.

Non la definirei “paura”, non ha senso farsi condizionare da quanto è successo, potrebbe capitare di nuovo, lo sappiamo, potrebbe capitare ovunque, sappiamo anche questo, ma dobbiamo vivere alla giornata, comportarci normalmente; allora cos’è?

Cos’è questa sensazione di muoversi come in un sogno?, un brutto sogno, di quelli in bianco e nero, quelli in cui tu sei l’unica persona che è cosciente e tutto il resto si muove come comandato da un altra volontà.

Un raggio di sole aiuterebbe forse.

Una sensazione simile l’ho vissuta nel 2012 dopo il terremoto che ha colpito, tra le altre, anche la mia città. Sembrava che ogni momento fosse buono per una nuova scossa, che per fortuna non è arrivata. Ricordo che stavo male quando mi separavo da mia figlia, da mio marito -Se deve succedere qualcosa-, pensavo, -vorrei che fossimo insieme-.

Adesso non è la stessa cosa. Ma non trovo una definizione per tutto ciò che provo.

Forse vorrei solo svegliarmi e scoprire che è stato un incubo, nient’altro che uno stupido, sciocco incubo…

Qualcuno si sente come me?

Penso…

…e poi ci sono giornate come questa.

giornate in cui ti svegli al mattino con la strana sensazione che ci sia qualcosa che non va, poi accendi la radio, la tv e capisci il perché…

Improvvisamente tutta la fede che avevi nei confronti della bontà degli esseri umani svanisce; svanisce ogni volta che accadono fatti di questo genere. Cerchi di pensare che non sono tutti così, ma poi cominci a metterti nei panni di coloro che erano là, cosa avresti fatto?, cosa avresti pensato, mentre vedevi che le persone intorno a te cadevano uccise? Torni alla tua realtà, sempre con la lontana speranza che sia solo un brutto sogno, sei al caldo, stai facendo colazione magari, oggi è sabato, non lavori, hai la mattina per sbrigare le tue faccende con calma, la tua giornata, il tuo weekend sono già pianificati. Senz’altro avevano fatto piani per il weekend anche quelle persone… e ricominci a pensare, ti senti più vicina a loro perché ami il loro paese, perché se ne avessi la possibilità vivresti là, pensi alla tua famiglia, sareste tutti sani e salvi?

Poi cominci a fare un esame delle persone che conosci, alcune vengono da altri paesi, le conosci da un po’ di tempo, sono brave persone. Sono brave persone?, il dubbio comincia ad insinuarsi, in fondo anche coloro che hanno compiuto atti di terrorismo, erano persone insospettabili, ben integrate. La tua fede nel genere umano vacilla.

Per qualche giorno sai che guarderai con diffidenza chiunque prenda il tuo stesso autobus, chiunque si trovi in coda con te al supermercato, chiunque entri in banca due minuti dopo di te e si guardi in giro spaesato, tutti potrebbero essere tutti.

Pensi a tua figlia, a tuo marito, pensi -Speriamo che qui non succeda-, ma sai perfettamente che non esiste una certezza; pensi alla sicurezza, alla sorveglianza che non è mai sufficiente… e ti senti abbandonata. Sei in balìa degli eventi.

Torni in te, la vita deve continuare, la giornata va avanti, il tempo non si ferma per nessuno. L’unica cosa che puoi fare è essere solidale con quella gente, pensando che poteva capitare nel tuo paese, che poteva capitare a te…

… e ricominciare a pensare che c’è del buono in ogni persona, che non siamo circondati solo da mostri senza cuore. Ci vorrà tempo, ma ce la farai, ce la fai sempre…

 

 

Voglio fare la modella?!?

Sabato 14 assisterò ad uno show-cooking con nientepopodimenoche Simone Rugiati come protagonista… è da circa un mese, che il voucher con la prenotazione per me e la streghetta gira per casa e, prima o poi, dovevo cominciare con i pensieri assurdi…

Martedì, l’altro ieri per essere precise, come tutte le settimane, la streghetta ed io abbiamo preso l’autobus delle 16 e 20 dirette in centro per la sua lezione di danza. Arrivate a scuola in anticipo, notiamo che c’è più affollamento del solito, al martedì ci sono le piccoline che fanno danza gioco e le bimbe di 4-5 anni che fanno danza classica, ognuna delle quali accompagnata da mamma e papà (minimo), nonni, sorelle, fratelli e per fortuna non si portano cani e gatti o pesci rossi… Questo non è di per sé un problema, se non fosse che lo spazio riservato all’attesa di queste piccole danzatrici in erba, non è propriamente la hall dell’Hilton. Per farla breve, divani e poltrone sono tutti occupati e la saletta ristoro pure. quindi, l’unica cosa saggia da fare è uscire a farsi una passeggiata, meno male che ci sono ancora delle splendide giornate, più primaverili che autunnali.

Mollo perciò la steghetta a giocare in sala puff (una stanzetta piena di enormi cuscini) con i suoi compagni di corso e me ne vado a zonzo per il centro. Devo passare in un negozio a fare una commissione per lei e strada facendo mi imbatto in uno dei tanti punti vendita di cosmetici. Sapete, quelli che vendono ombretti a €1,99; rimmel a €5,99, smalti e ombretti praticamente regalati, insomma, quelli che venderanno sempre, perché per le ragazzine sono molto più accessibili delle super costosissime profumerie.

Bene, passo, vado oltre… e ritorno! Sì, perché nello stesso momento in cui i miei occhi si sono posati sulla vetrina, una vocina dentro di me ha cominciato: – E tu come ti presenti sabato, in mezzo a tutta l’altra gente? Senza trucco come stai sempre? Guarda che non vai mica a lavorare…- roba che il grillo parlante di Pinocchio, al confronto era muto. Cosa potevo fare di fronte a tanta insistenza? Sono entrata.

Il negozio era vuoto, per mia sfortuna (sì, perché se fosse stato pieno, avrei avuto la scusa per uscire), mi guardo un attimo intorno e poi mi rivolgo alla commessa, che senz’altro si sarà chiesta da che pianeta venivo.

E’ stata gentilissima ed io me ne sono uscita, un po’ di tempo dopo con: una crema colorata, tre ombretti, un rimmel waterproof, uno struccatore bifase (cosa vorrà dire?) e uno smalto. Bella soddisfatta ho ripreso la via della scuola di danza, mentre la solita vocina mi domandava: – Adesso cosa te ne fai di tutta questa roba? Tanto poi non la usi perché dici che non sei capace di truccarti come vorresti… Vorrai mica fare la modella, alla tua età!-

Ho due giorni di tempo per provare, ma sono quasi certa che sabato sarò acqua e sapone.

Ciao a tutti.

Street food che passione!

Siamo tornate da Fontanellato un po’ influenzate, ma con la pancia piena!

Il tempo è stato bellissimo, limpido e soleggiato di giorno, ma piuttosto freschino di sera e questo ci è costato un bel raffreddore; ma i food truck… uno meglio dell’altro. Erano disposti tutt’intorno al castello, creando così quello che era lo slogan della manifestazione: “L’assedio gastronomico” con tanto di arciere intento a scagliare una freccia armata di panino imbottito.

In tre punti della piazza erano presenti le Casse dove si potevano cambiare gli euro, convertendoli in buoni per l’acquisto di cibi e bevande; nessun truck infatti, accettava denaro.

Inutile dire che avrei volentieri assaggiato tutto quello che vedevo e che sentivo, perché il mio naso è stato quello che ha cominciato ad assaporare per primo tutte quelle golosità.

Le proposte erano le più disparate: dalla classica piada romagnola, alle tagliatelle al ragù; dalla tigellona con la porchetta al risotto allo zafferano e liquirizia; dall’hamburger di chianina alla vellutata di zucca; dai fritti di pesce e verdure ai mini pancake e molto molto altro ancora. C’era davvero l’imbarazzo della scelta.

Dopo un breve consiglio di famiglia, ci siamo decisi ad assaggiare la Tigellona, la streghetta va matta per la porchetta! Buona, soffice e la porchetta molto saporita; il servizio ultrarapido.

Non potevamo però stare a guardare la piccola che si divorava la sua tigella, così ci siamo diretti verso gli hamburger di chianina: bella idea!

Per fortuna era ancora presto, mezz’ora dopo le code davanti a questo truck, erano interminabili; l’hamburger era ben fatto, ben condito ed è filato giù liscio come l’olio. A questo punto ci voleva proprio una bella birra e più per pigrizia (non volevamo fare la fila) che per scelta, ci siamo diretti verso il Beerbante.  BirraDove abbiamo preso due pinte di birra chiara.

La gente continuava ad aumentare, la coda alle casse per cambiare i soldi era lunghissima, fortuna che ne avevamo approfittato appena aperte, quando ancora ci si poteva muovere liberamente; adesso, in alcuni punti della piazza, si intrecciavano le file per i buoni con quelle per il cibo ed attraversarle non era impresa da poco!

Il Castello era tutto illuminato, nel fossato galleggiavano svariate zucche, precipitate dal muretto di contorno e sulla piazza si incontravano streghe e vampiri di ogni età.

Su un lato della piazza, una struttura coperta ospitava tavoli e panche per chi preferiva mangiare comodamente seduto e al riparo dall’umidità delle ore serali; al centro vi era collocato un piccolo palco per le esibizioni di gruppi musicali.

Dopo aver assistito allo spettacolo con il fuoco della Strega e del Gobbo, ci siamo fermati a questo food truck Brambù: il Brambù.

Qui ho assaggiato per la prima volta il pane al carbone vegetale. Nero che più nero non si può!

Un aspetto che mi ha colpito in questo truck, come anche in altri del resto, è stato il menù ristretto, due o tre proposte solamente, che mi hanno fatto pensare al detto “pochi ma buoni”, mai così azzeccato.

Brambù menùIl Black Brado siè è rivelato un ottimo panino: la salsiccia di Bra cruda era freschissima, la crema saporita ed il cavolo crudo dava croccantezza al tutto. Il pane appena tiepido era la giusta cornice per questa proposta che definirei rinfrescante.

black brado

Dopo di che, siamo tornati all’area di sosta camper per trascorrervi la notte.

La domenica mattina, con tutta calma, siamo tornati verso il castello non senza aver fatto una capatina al mercato, che per l’occasione si sarebbe prolungato fino al pomeriggio. Tantissimi i banchi che vendevano il Parmigiano di diverse stagionature e di salumi. Noi viviamo nella zona del Grana Padano, ma ai mercati settimanali non ci è mai capitato di vedere banchi dedicati solo a quello. Belli.

Abbiamo girato sulla piazza fotografando i truck prima dell’apertura, leggendo e rileggendo i menù, osservando particolari che la sera prima ci erano sfuggiti, un po’ per la folla e un po’ per il buio. Molti erano furgoncini Ape, altri furgoni grandi poco più del nostro camper. Tutti però avevano sul retro un gazebo con parte dell’attrezzatura per la preparazione dei piatti proposti.

Così si è fatto mezzogiorno ed il mio pranzo è stato un fantastico hamburger di prosciutto con pane al carbone vegetale: il Saltimbocca. saltimbocca

Trovato al truck Food Family.

Indescrivibile! Buonissimo e bellissimo da vedere.

 

 

 

Ormai il nostro weekend volgeva al termine; eh sì, in periodo di scuola si rientra sempre la domenica pomeriggio, per evitare che qualche compito venga lasciato nel dimenticatoio. Così, di malavoglia vista la splendida giornata, ci siamo avvicinati al truck dei poff cake, per lasciare una bella manifestazione in dolcezza.

Li avevamo visti fare sabato sera e subito abbiamo pensato: si potranno rifare a casa? Domanda che abbiamo fatto bene a porci, visto che sono come le ciliegie, uno tira l’altro. …e dire che li abbiamo presi semplici, cioè con solo zucchero a velo, perché se li avessimo presi con panna e fragole… mmmmmm! Gnamm!

poff cake

 

Con quest’ultima foto salutiamo la splendida Fontanellato e ce ne torniamo a casa, sempre più convinte che quello del food truck resterà il nostro miglior sogno nel cassetto.

Alla prossima. P

P.S. Non mi sono dilungata sul primo hamburger, non perché non meritasse, tutt’altro! Ma perché è stato spazzolato via senza nemmeno il tempo di fare una foto! Doppio gnamm, gnamm gnamm!