La cucina di “Due streghe e un pezzetto”

ricetteChi tra voi, cuoche e cuochi amatoriali, non ha mai desiderato di scrivere un libro di ricette, magari quelle imparate dalla mamma o dalla nonna, quelle che per prime abbiamo realizzato con le nostre mani, quelle con cui abbiamo definitivamente fatto innamorare di noi l’uomo che poi è divenuto il padre dei nostri figli, quelle copiate dai grandi chef, quelle viste in tv o sui giornali, quelle immaginate dopo aver assaggiato una pietanza in qualche ristorante e aver cercato di scoprirne gli ingredienti, quelle che abbiamo inventato…

Ecco, io non faccio eccezione, anche se non resta il primo dei miei sogni nel cassetto (prima vengono il ristorantino casalingo e la fuga in Irlanda o Normandia), è parte dell’elenco. Ho iniziato anni fa a scrivere un quaderno per Matilde sul tema, le ho raccoltole ricette della mia infanzia, quelle che cucinava mia madre per la nostra famiglia e che adesso cucino io per la mia, qualche ricetta che le piace in modo particolare e qualche ricetta base, perché le abbia sempre a portata di mano.

L’ho definito il suo libro magico, sapete, quello che porti con te quando parti alla scoperta del mondo, inizi la tua vita da persona adulta e indipendente, quello che ti porta a casa dalla mamma in un istante, come la macchina del tempo. C’è sempre bisogno della mamma, credetemi.

Pensando a questo libro di ricette, mi è venuta un’idea: perché non creare una rubrica con una ricetta al mese? Magari anche con qualche ricetta mandata da voi, sarebbe carino, non trovate?

Ho pensato di chiamarla “La cucina di Due streghe e un pezzetto”, vi piace?

Non ci saranno piatti di alta cucina, non ne sono capace, ma qualsiasi cosa che ci dia un emozione mentre la assaporiamo, dal panino al prosciutto (perché no?), al piatto più elaborato che abbiamo provato a fare; se ci sono anche aneddoti legati a qualche ricetta ben vengano; un’emozione, come il sapore di qualcosa che ci piace, non si dimentica facilmente.

Che cosa ne pensate? Si può fare?

Aspetto i vostri commenti… affrettatevi che si comincia!

P.S. a breve vi indicherò a che indirizzo inviare le mail con le vostre ricette e le foto dei vostri piatti.

La notte fa riflettere

notteLa notte scorsa, avendo la consapevolezza di non dovermi alzare alle 5,45 come il solito, non ho chiuso occhio; alle due e mezza i miei occhi scrutavano, ben spalancati, il soffitto. Avrei voluto leggere un po’, ma questo significava svegliare mio marito che aveva tutto il diritto di riposare; avrei potuto scrivere un articolo per il blog, ma nel silenzio, la digitazione sulla tastiera diventa un fracasso infernale; potevo andare, perché no? in cucina a preparare il pane da infornare stamattina, ma si stava troppo bene sotto le coperte, così mi sono rigirata per un po’ nel letto con la speranza di prendere sonno… niente da fare.

Allora, ben conscia di non poter più dormire, ho lasciato vagare i pensieri in libertà e dove vanno a finire i miei pensieri? Quando ero ragazzina, adolescente, andavano al cantante o all’attore di turno, al “tipo” che incontravo tutte le mattine andando a scuola e che avrei voluto conoscere, adesso che sono “vecchia e poco saggia”, vanno direttamente in cucina, e mi sono ritrovata a paragonare, a pensare la vita come una cucina in cui si prepara da mangiare con quello che si ha.

cucina

C’è chi ha ingredienti pregiati e può preparare piatti raffinati, ma destinati a pochi invitati; chi ha ingredienti comuni e cucina piatti semplici, magari cercando di tramandare ricette di famiglia; c’è anche chi cucina con gli avanzi, con ingredienti che altri non hanno voluto o non hanno più voluto e riesce ad avere una mensa più ricca e più varia e poi c’è anche chi rifiuta alcuni ingredienti, perché potrebbero “nuocere” alla linea; niente a che vedere con chi non può utilizzarli perché la salute ne risentirebbe sul serio.

Fruit,_Vegetables_and_Grain

 

Se si pensa a quanto ho appena scritto trasformando gli ingredienti in esseri umani, si ha la rappresentazione della nostra società in versione gastronomica: i single, le famiglie allargate, i benestanti, i milionari, gli operai…

E’ proprio vero, allora, che siamo quello che mangiamo?

Tutto questo è passato per la mia mente, anzi davanti ai miei occhi, fino al suono della sveglia ed erano ben chiari i contorni delle persone, quasi come fossi a teatro, ad assistere ad una commedia.

Con questo pizzico di follia filosofica o folle filosofia, vi auguro un buon fine settimana.

Alla prossima.

(foto prese dalla rete)

Gita a Bolsena

Lago di Bolsena

Rieccoci tornati a noi. Spero abbiate passato una Pasqua serena e con le persone che amate.

Quest’anno le nostre vacanze pasquali si sono svolte nell’alto Lazio, per la precisione a Bolsena. La località non ci era nuova, l’avevamo visitata anni fa, prima della nascita di Matilde; anche allora ci era piaciuta parecchio ed è per questo che abbiamo deciso di tornarci, per mostrarla alla streghetta.

Siamo partiti venerdì nel primo pomeriggio, dopo il mio rientro dal lavoro ed un pranzo veloce. Purtroppo si sa, nei giorni vicini alle festività il traffico è sempre intenso ed infatti abbiamo perso circa un’ora tra colonne e rallentamenti vari. Siamo arrivati all’uscita autostradale di Orvieto che il sole era già tramontato, il navigatore faceva le bizze e le strade erano completamente al buio. Non si vedeva niente, non sapevamo dove stavamo andando, stavamo facendo dei tornanti, quindi salivamo in montagna, ma, non dovevamo andare sul lago di Bolsena? Dopo l’ennesima curva a gomito finalmente è iniziata la discesa, a diversi crocevia avevamo visto le indicazioni per Bolsena che portavano da tutt’altra parte di dove ci stavamo dirigendo noi. Avevamo inserito le coordinate dell’agricampeggio, trovato per fortuna, quando con una telefonata (in via precauzionale) avevamo scoperto che l’area sosta era al completo già dal giovedì sera, il navigatore non poteva essere impazzito.

Alla fine siamo arrivati, l’agricampeggio era situato un po’ fuori, ma un sentiero che costeggiava il lago ci portava in centro con una passeggiata di una ventina di minuti.

Ci siamo sistemati per la notte, le piazzole per i camper sono davvero grandi, ombreggiate molto bene in estate e l’area offre elettricità, bagni, docce calde, oltre che servizio di scarico per i camper; ceniamo mentre ci guardiamo un vecchio film con Alberto Sordi “I due gondolieri (Venezia la luna e tu)”, poi tutti a nanna.

Il sabato si preannuncia fantastico, cielo azzurro sgombro da nubi e una temperatura mite che invoglia ad abbandonare felpe e maglioni; con molta calma ci incamminiamo verso la città, c’è un grande silenzio sul sentiero, in riva al lago troviamo un camper che ha pernottato lì, bellissimo panorama per il risveglio. Arriviamo alla via che dal lungolago porta al centro storico di Bolsena, un lungo viale costeggiato da piante secolari, con tronchi giganteschi. Un mercatino dell’artigianato ci da il benvenuto in città, cominciamo a fare compere, Matilde ha visto un braccialettino che le piace e ha deciso di spendere i suoi soldini per il souvenir in bigiotteria. Proseguiamo verso l’interno e prendiamo la salita verso il castello, l’orario di visita è continuato, decidiamo così di passarci dopo pranzo, scendiamo di nuovo e di trattoria in trattoria, ci fermiamo a guardare i menù proposti, c’è davvero l’imbarazzo della scelta, poi Matilde attira la nostra attenzione su una libreria/ osteria “La libr’osteria” appunto, qui si può mangiare e per ingannare l’attesa si può sfogliare, leggere uno dei numerosi libri esposti nella sala da pranzo: quelli all’ingresso invece sono in vendita.

libr'osteria

Ci accomodiamo e una signora molto gentile ci porta il menù: una lavagna con scritti i piatti del giorno, antipasti, primi, secondi, contorni, dolci… decidiamo così di ordinare due taglieri di salumi e formaggi tipici e io non ho resistito al richiamo dei broccoletti con la salsiccia, squisiti! Per non parlare poi del dolce una soffice mousse al cioccolato per Matilde ed una fetta di pastiera napoletana per noi (metà per uno).

Il tempo è volato, alle tre passate ci dirigiamo verso il castello, il biglietto d’ingresso ci da la possibilità di visitare il museo archeologico di Bolsena, il castello stesso con i camminamenti di ronda e l’acquario, che non offre pesci rari o tropicali da ammirare, ma pesci d’acqua dolce, la fauna ittica del Lago di Bolsena, quindi carpe, pesci gatto, lucci e girini, rane e tritoni. Bella idea un acquario così!

Finita la visita torniamo verso il lungolago, una breve sosta ai chioschetti per una bibita e poi prendiamo la direzione dell’agricampeggio, una foto al sole che sta tramontando sul lago e poi via di buon passo, ritorniamo al sentiero tra i canneti.

Tramonto

L’area si è riempita di camper, resta comunque tutto molto tranquillo; una doccia veloce e poi a cena! Camminare mette appetito e noi oggi abbiamo fatto più di dodicimila passi. Abbiamo una fame da lupi!

Domenica di Pasqua, la mattinata è serena, anche se non limpida come sabato, ci concediamo un aperitivo in piazza, seduti al sole con l’illusione di abbronzarci in pochi istanti; abbiamo prenotato per il pranzo all’Osteria del contadino, vicino alla fontana di San Rocco, è l’unico locale che non propone un menù fisso per oggi, non che i menù fissi non siano buoni, ma il fatto di non avere possibilità di scelta mi urta un po’, ho un caratteraccio, lo so.

All’una siamo accomodati a tavola, antipasto di salumi, ombrichelli cacio e pepe, grigliata di maiale e agnello scottadito con contorno di patate fritte (non precotte) e fagioli del purgatorio, che io pensavo piccantissimi, in realtà molto delicati; per dolce ci siamo lasciati tentare dalla panna cotta con pere e grappa e con mele e cannella.

Dopo pranzo ci attendono la Basilica di Santa Cristina e il miracolo dell’Eucarestia.

Il tempo sta cambiando, comincia ad annuvolarsi, in effetti le previsioni del tempo davano pioggia in serata e a quanto pare non sbagliavano; passiamo di volata nella norcineria vista in una piazzetta a comprare un po’ di salumi da portare a casa con noi e ci dirigiamo al sentiero che ci ricondurrà al nostro camper, è ancora presto, ci sediamo fuori a sorseggiare una birra nel più totale relax. Non sembrerebbe, ma anche oggi i nostri passi sono stati più di dodicimilasettecento.

Cena veloce guardando la tv, ultima sera di vacanza, domani si torna a casa. L’idea è di partire presto per evitare il caos del rientro. Non abbiamo fatto tutte le tappe che ci eravamo proposti, il Parco dei mostri, Civita la città che muore ma ci siamo fermati qui, anche papà si è rilassato, per tutto il resto c’è tempo, si faranno altre gite.

Lunedì, mattinata grigia, la notte come previsto ha piovuto, si riordina il camper e si parte, sono quasi le dieci, speriamo non ci sia molto traffico; anche questa festa se n’è andata e la nostra stagione camperistica è iniziata, non resta che programmare le prossime uscite.

Alla prossima

Matilde e le celebrità

Fabrizio DonatoneContinua la carrellata di celebrità per Matilde, dopo lo show-cooking con Simone Rugiati,

Mati e Simone Rugiati

lo stage di danza moderna/contemporanea con Carl Portal,

Mati e Carl PortalMati e Carl 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

è arrivato anche l’incontro con un campione del mondo di pasticceria artistica: Fabrizio Donatone.

Il maestro e Mati Mati all'assaggio

Ci ha deliziate, sabato pomeriggio, con una splendida pastiera napoletana, realizzata sotto i nostri occhi, regalandoci anche qualche trucchetto di pasticceria, che ho scritto e che appena avrò decifrato (eh sì, i miei appunti sono dei geroglifici), vi passerò. Abbiamo guardato poi, con lui il video della vittoria alla “Coupe du Monde de la patisserie 2015”. Emozione! La squadra è stata davvero forte, “allenata” dal maestro Iginio Massari, ha realizzato dei veri e propri capolavori., dalla scultura di ghiaccio, al dolce al cucchiaio, alla composizione di pasticceria artistica avente come tema Peter Pan.

Matilde si è divertita un sacco! Ha fatto anche il bis di pastiera, niente di strano se non fosse che a lei la pastiera non piace, o meglio… non piaceva.

E direi che comincia a prenderci gusto anche a farsi fotografare con le celebrità… voi che ne dite?

Aperitivo

salatini

Domenica scorsa stavo preparando gli stuzzichini per il nostro consueto aperitivo, quando mi sono ricordata di avere in freezer un rotolo di pasta sfoglia quasi “datato”, per non dire scaduto, così la cosa più ovvia da fare erano i salatini con i wurstel, già, ma con i due terzi del disco di pasta, cosa potevo inventare?

Ho pensato di fare i grissini, ma come ho già detto la scorsa volta, il mio forno adora incenerire qualsiasi cosa si trovi al suo interno, non appena si volta l’occhio. Ho pensato alle pizzette, un classico ma… no, non mi ispiravano granché e allora? Come utilizzare quella pasta avanzata?

Ho cominciato a tagliare triangolini e rettangolini di pasta, al centro dei quali ho appoggiato un pomodorino intero, un pizzico di sale e origano e una goccia di olio evo li ho poi piegati come per fare un cartoccio ed ho chiuso i due lati, lasciando aperta la parte superiore. Altri pomodorini sono stati tagliati a metà e cosparsi con mozzarella o grana, oltre a sale, origano ed olio; Matilde però non ama i pomodori, così ho provato a mettere al centro della pasta un’oliva nera ripiena di mozzarella, solita goccia d’olio, chiusura del cartoccino e via, in forno a 180°C per 10 minuti circa.

prove aperitivo

Il risultato non era male: carini da vedere e veloci da mangiare!

salatini alle olivesalatini pomodorini

 

 

 

 

 

 

Pasticciere o pasticcione?

IMG_20160310_194649Mercoledì, giornata di relax, niente catechismo, niente danza, mi si avvicina la streghetta e -Mamma, visto che i pochi compiti che avevo li ho già fatti, posso fare una torta?-, ci penso un istante e mi ricordo che dall’ultimo show-cooking abbiamo portato a casa un paio di scatole di preparati in omaggio, un preparato per biscotti e uno per torta margherita, perfetto!

Vada per la torta margherita, che però ci sembra un pochino semplice così com’è, perché non arricchirla con delle gocce di cioccolato? Al preparato dobbiamo aggiungere solo tre uova, cinquanta millilitri di olio e due cucchiai d’acqua.

Matilde è contentissima perché può fare tutto da sola, anche usare la frusta elettrica. Siamo pronte per iniziare la nostra “avventura”, anzi no, manca ancora una cosa: la tortiera con la chiusura a cerniera di ventiquattro centimetri di diametro. Ed è proprio qui che ho la mia prima brillante idea: -Amore, preferisci la forma tradizionale o quella a ciambella?- -Quella a ciambella, mamma!- e mentre Matilde comincia a “frustare” gli ingredienti, io spennello con un po’ di olio lo stampo per la torta.

E’ il momento di aggiungere le gocce di cioccolato, non so come mai, ma sembrano diventate di piombo, si precipitano sul fondo della zuppiera, dove fanno addirittura ventosa aderendo alle pareti, da cui facciamo fatica a smuoverle.

Aiuto Matilde a versare il tutto nella tortiera, mentre lei la fa ruotare per distribuire meglio il contenuto, quando, ad un tratto -Mamma, è normale che esca da sotto?- rimango lì, con la zuppiera a mezz’aria, poi, come colpita da un fulmine, mi piego di lato, in tempo per vedere la nostra torta che se la sta “svignando” dalla base della tortiera, controllo lo stampo, è ben chiuso, anche se il gancio non fa molta presa; mi precipito a prendere lo stampo a ciambella in silicone e vi travasiamo il tutto, -Per poco non dovevamo buttare tutto nella spazzatura!- esclama Matilde, mentre la sua torta si appresta ad entrare in forno.

La streghetta resta a controllare la cottura, mentre io mi occupo di altre faccende, la torta comincia a gonfiarsi e già parliamo di quanto sarà bella una volta che l’avremo ricoperta con lo zucchero a velo, ma…

-Mamma! C’è qualcosa che non va, la torta sta gocciolando sul fondo del forno!-

Ci mancava solo questa!, non volevo aprire lo sportello per non far sgonfiare la torta che era dentro da troppo poco tempo, ma non potevo fare altrimenti, così ho aperto in fretta e furia ed ho messo la leccarda sul ripiano inferiore, sperando che la torta si rassodasse in fretta e smettesse così di uscire dallo stampo che, oramai avevamo constatato, era troppo basso.

Niente da fare, sembrava un rubinetto aperto: avete presente la classica scena comica, in cui il protagonista ha usato troppo lievito e l’impasto che ha nel forno, comincia ad uscire fino a riempire tutta la casa? Ecco, uguale!

Non restava che riaprire il forno, togliere la leccarda con l’impasto bruciato, raschiare via quello colato sul fondo del forno che si è carbonizzato (non vi dico l’odore che aleggiava per tutta la casa) ed ovviamente levare la torta, che si è appiattita all’istante; ho sistemato lo stampo in una tortiera larga e rimessa in forno il più velocemente possibile (altro che pit-stop!): non tutto era perduto, la nostra eroina, la torta, cominciava a riprendere forma, un po’ sbilenca, ma ricominciava a lievitare.

Pasticciere o pasticcione?

Sulla confezione si raccomandava di scaldare il forno a 180°C e di infornare per 40- 50 minuti, sapendo che il mio forno tende a carbonizzare quando viene impostato dai 180 in su, ho pensato bene di abbassarlo a 175° e di infornare per soli 40 minuti. Risultato? Dopo 40 minuti la poveretta era tutta tremolante come una gelatina. Così ancora una volta la torta è tornata nel forno, stavolta seguendo le indicazioni della scatola, per dieci minuti buoni.

E’ scoccata l’ora X, il drinn del timer ha messo la parola fine a questa storia.

Matilde continuava ad affermare che la torta sarebbe stata una “schifezza”, che come pasticciera era proprio negata e via discorrendo. Ragazza mia, non devi scoraggiarti per una torta venuta male, anzi guardandola dobbiamo ammettere che non è nemmeno brutta. Aspettiamo qualche minuto e poi la trasferiamo su una griglia per lasciarla raffreddare completamente.

Come avevamo predetto le gocce di cioccolato/piombo sono finite tutte in fondo e adesso che la torta è capovolta, formano un anello sulla superficie che sembra fatto intenzionalmente.

Julia Child diceva “Non giustificatevi mai se qualcosa non vi riesce, in fondo in cucina ci siete solo voi e potreste averlo fatto apposta.”, o qualcosa di simile, in pratica siamo state bravissime!

Il profumo era buono e, dopo una fatica iniziale per tagliare la parte “marmorea” con le gocce di cioccolato, la torta era sofficissima.

Pasticcioni si nasce, ma pasticceri si diventa. Dateci tempo e vi stupiremo!

Piccola cuoca

 

Ah, a proposito, la torta ci sembrava talmente carina che non abbiamo nemmeno usato lo zucchero a velo.

 

Mercatino dell’artigianato

Mercatino dell'artigianato. Sullo sfondo Palazzo Bonacolsi.

Mercatino dell’artigianato.
Sullo sfondo Palazzo Bonacolsi.

E’ passata anche la domenica del tanto atteso Mercatino dell’artigianato. Uno dei tanti che si tengono in ogni città, ma per noi, molto speciale.

La giornata non è stata delle migliori, ma la pioggia ha risparmiato la città e le sue bancarelle. Il fatto che il mercato coincidesse con l’ingresso gratuito in tutti i musei, ha fatto sì che la piazza fosse animata da moltissimi turisti. Arrivando in centro, nel primo pomeriggio, Matilde ed io non abbiamo potuto fare a meno di notare le numerose comitive di turisti: davanti alla Basilica di Sant’Andrea, sulla gradinata che porta alla Rotonda di San Lorenzo, in Piazza Erbe, Piazza Broletto e non potevano mancare certo in Piazza Sordello, dove lo scenario secolare del Palazzo Ducale, circondato dal Duomo, dai palazzi Bonacolsi e Vescovile, era animato da tanti gazebo bianchi, al centro dei quali era allestita “un’isola relax” con finti prati ornati di cuscini su cui accomodarsi, panche di legno, tavoli, un angolo riservato alla musica e un laboratorio creativo per i bambini. Finti alberi addobbati con palloncini multicolori davano un tocco di vivacità, illuminati dal sole che aveva fatto finalmente capolino dalle nuvole. La cantante ha iniziato il suo repertorio intonando “Home” di Bublé, e quale casa è più bella di una casa viva, piena di luce e colori come questa piazza?

Le bancarelle esponevano lavori di ogni tipo, tutti che confermavano la grande manualità di chi li aveva confezionati. Dalle borse in pelle a quelle di paglia, di tessuto, di lana; dai gioielli, unici nel loro genere perché realizzati uno ad uno, ai profumi per ambienti dalle fragranza più disparate; dalle saponette naturali, ai porta torte di feltro in tutti i colori dell’arcobaleno.

In mezzo a tutti questi gazebo, in posizione strategica vicino all’oasi relax e allo stand gastronomico (eh, si sa, anche lo stomaco ogni tanto dice la sua), c’era anche il gazebo di “Barbara Creazioni”. Aiutata dal marito Enrico, che si è addossato la parte più faticosa dal punto di vista fisico, ha allestito un tavolo degno (a mio parere) di un negozio di bomboniere e articoli da regalo.

Barbara Creazioni

Le composizioni di fiori realizzate con le calze di nylon, dai colori sfumati ad arte, erano intervallate dai piccoli lavoretti con le perline. Matilde ne ha approfittato per accaparrarsi la campanella Pasquale che aveva visto in foto, viola e bianca. Devo riconoscere che si sono organizzati egregiamente, dalle confezioni trasparenti che permettono di ammirare il lavoro da ogni angolazione, alle borse con il logo dell’ attività: davvero ben fatto. Il sorriso poi non mancava mai sul viso di entrambi, pronti ad illustrare ogni manufatto a chi si dimostrasse interessato.

Anche se la giornata è stata lunga, in parte per l’emozione della prima volta, il “battesimo del mercato” è stato fortunato, gli acquirenti non sono certo mancati.

Adesso al lavoro! Pronti per le novità del prossimo mese.

Tanta fortuna a voi ragazzi! adesso il vostro sogno è più che mai realtà.

La cosa più bella per una donna che ha un sogno? Un marito che sogni con lei.

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Libri.

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Quando, a ottobre 2015 ho rimesso mano al blog, creato e abbandonato a sé stesso nel marzo dell’anno prima, mi sono ripromessa ed ho promesso ai miei fantomatici lettori, che mi sarei impegnata per pubblicare articoli con una frequenza diciamo il più regolare possibile e, cosa che viene naturale leggendo un po’ tutti i blog sparsi nella rete, migliorare l’aspetto per renderlo meno pesante, più invogliante.

Ho cambiato tema, colori, ho aggiunto qualcosa e tolto qualcos’altro. Non restava altro che scrivere.Certo, è naturale, ho creato un blog proprio per questo; ma scrivo davvero bene? Dovrei forse osservare delle regole particolari, magari sugli argomenti da proporre, sul modo di presentarli?Dubbi che credo abbiano assalito un po’ tutti all’inizio e siccome sono tutt’altro che una blogger affermata, mi assalgono tutt’ora.

Bisognava correre ai ripari e cosa, meglio della rete stessa, poteva aiutarmi a farlo?

Ho cominciato la mia ricerca in Internet, ho navigato in mezzo a blog di ogni specie, alcuni non mi trasmettevano nulla, altri mi sono piaciuti talmente, da iscrivermi alle loro newsletter per non perdere nessuno dei post futuri.

Devo aggiungere però che prima di approdare su internet, sui blog e soffermarmi su di essi, ho cercato testi che potessero aiutarmi nella stesura di un post, di un articolo.Ho trovato centinaia di titoli che ho immediatamente inserito nella mia “lista dei desideri”.Alcuni li ho acquistati, come si nota dalla foto di apertura, un paio li ho non solo letti, massacrati proprio, con sottolineature, orecchie, perché in assenza di post-it uso anche quelle per segnalare qualcosa di importante.
Il primo libro è stato “Adesso Blog! Le 22 (immutabili) leggi del blogging” di Daniele Imperi.Mi è piaciuto molto, tanto che, dopo averlo letto, sono andata ala ricerca del suo blog e, dopo non più di cinque minuti mi ero già assicurata tutti i futuri post con la newsletter.

Il blog di Imperi “Penna Blu” è interessante, utile, tratta della scrittura sia sul web, quindi di blog e siti, ma anche di racconti, romanzi, offrendo suggerimenti e ponendo in ogni post domande che fanno riflettere su quanto e cosa stiamo scrivendo.
Il secondo libro, “Il Mestiere di Scrivere- Le parole al lavoro, tra carta e web” di Luisa Carrada mi ha offerto tantissimi altri titoli da acquistare; alla fine di ogni capitolo l’autrice ha inserito una lista di letture, sia in formato cartaceo che digitale, ecco quindi non solo libri, ma anche siti web, blog da leggere e da cui prendere esempio.

Insomma, sto facendo del mio meglio per scrivere nella maniera più corretta possibile, cercando di non appesantire il mio immaginario lettore, di non essere un placebo del sonnifero.

Ci riuscirò, magari non sarà una cosa immediata, ma ci riuscirò!

 

Dopo la pioggia

Dopo la pioggia

Oggi è stata davvero una giornata pessima, iniziata con un vento fortissimo e proseguita nel pomeriggio con l’arrivo anche della pioggia, anzi farei meglio a dire dei temporali.

Ma si sa, dopo la pioggia arriva il sereno (anche se per poco) e un solo raggio di sole ci offre la possibilità di assistere a spettacoli meravigliosi. Devo ringraziare la mia ex compagna di scuola Daniela, che mi ha permesso di condividere questo bellissimo scatto.

Speriamo che questo arcobaleno sia un buon augurio per la giornata di domani. A Mantova si terrà il “Mercatino dell’ingegno creativo”, debutto ufficiale per la mia amica Barbara; a Castel Goffredo, il secondo appuntamento dell’anno con “Libri sotto i portici”, a cui non possiamo mancare, perché le nostre liste di libri da cercare si allungano di giorno in giorno.

Buon weekend.

 

Show-cooking

G. Allari Dal Toscano

 

 
Domenica pomeriggio Matilde ed io abbiamo partecipato al nostro terzo show-cooking, ormai ci abbiamo preso gusto. Il tema di questo appuntamento: i dolci per chi ha problemi di intolleranze alimentari.
I cibi privi di glutine sono presenti in ogni negozio di alimentari, ma guardati sempre con una certa diffidenza da chi, come noi, ha la fortuna di non avere particolari problemi nell’alimentazione. Sbaglio, lo riconosco, ma l’idea di un alimento senza glutine, lattosio, fruttosio o che altro, mi fa pensare che mancherà qualcosa, a livello di gusto, al momento dell’assaggio. Ho avuto la conferma che mi sbagliavo, i dolci erano deliziosi e per nulla diversi da quelli tradizionali.

Bella scoperta! direte voi, io però non avevo mai assaggiato niente senza glutine.

Andiamo con ordine: alle 15 e 45 ci siamo presentate al centro casalinghi che organizza questi eventi e abbiamo trovato già un buon numero di partecipanti accomodate sugli sgabelli in prima fila, abbiamo consegnato i nostri voucher e ci siamo scelte un posticino strategico per poter vedere bene il piano di lavoro.

Lo chef dell’evento Gianfranco Allari, insegnante di cucina che si rivolge ad adulti, adolescenti (11- 16 anni) e bambini (5- 10 anni) è una persona davvero disponibile, molto paziente, soprattutto con le signore che avevano mille domande da porre.

Utilizzando prodotti diffusissimi in tutti i supermercati di preparati per dolci, ha realizzato quasi in contemporanea quattro tipi di biscotti  e tre torte. Ha iniziato uno dopo l’altro gli impasti e alternato le varie cotture nei due forni a disposizione. Personalmente, al terzo impasto mi sono persa.

Il maestro Allari ha preparato: biscotti con frutta e granella di pistacchio, biscotti alla curcuma, biscotti nocciole e cannella e baci di S. Martino; per quanto riguarda le torte: torta margherita con carote, mandorle e profumo d’arancia, torta margherita con ananas e fragole e rotolo marmorizzato con crema variegata ai lamponi.

Biscotti nocciola e cannella

Biscotti nocciola e cannella

 

 

Baci di San Martino

Baci di San Martino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Tutti i biscotti sono riusciti davvero ottimi, leggeri e friabili, ma le mie preferite sono state le torte, che mi sono ripromessa di provare a fare, se non altro per alternarle al solito (ma mai abbastanza) tiramisù.

Torta margherita con ananas e fragole

Torta margherita con ananas e fragole

 

 

 

 

 

 

 

Rotolo marmorizzato con crema variegata ai lamponi

Rotolo marmorizzato con crema variegata ai lamponi

 

 

 

 

 

 

 

Il rotolo era bellissimo da vedere e la procedura per ottenere quei ghirigori così facile… Ma la vera goduria era la farcitura: yogurt greco, cioccolato bianco e purea di lamponi. Sublime! La decorazione esterna in origine doveva essere con i lamponi freschi, ma avendone pochi a disposizione, sono stati usati interamente per la crema e sostituiti con more e mirtilli giganti. Ottima alternativa.

Così, in un battibaleno sono arrivate le 18, orario perfetto per l’assaggio finale. Matilde è rimasta soddisfatta della lezione di pasticceria e, una volta arrivata a casa, ha deciso che è arrivato il momento di mettersi ai fornelli.

Pancia mia fatti capanna!

P.S. Se qualcuno desiderasse le ricette con eventuali varianti, chiedete e vi sarà dato. Ho preso un sacco di appunti.