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Cielo grigio

cielo grigio

“Nel cielo grigio, compatto, quasi monotono di stamattina, comparivano qua e là pozzanghere di cielo, di un azzurro intenso profondo.
Ogni pozzanghera un azzurro diverso, fino a quel piccolo lago in cui immergersi per convincersi che tutte le giornate nascono belle.” (Duestregheeunpezzetto)

Stamattina mentre attendevo l’autobus, ormai deserto dopo la fine delle scuole, mi sono fermata ad osservare il cielo; è una cosa che faccio spesso, il cielo è, per me, fonte inesauribile di idee, sfumature di colore, dall’azzurro più tenue al blu, dal rosa al rosso, passando per il giallo e l’arancione, senza lasciare da parte il bianco delle nuvole che diventa grigio e poi nero all’avvicinarsi del temporale.

Mi piace osservare da che parte corrono le nuvole, la loro forma in continuo mutamento; il cielo mi da il buongiorno ogni mattina, il tono dell’azzurro che vedo ha il magico potere di decidere il mio umore, più è intenso e limpido e più mi sento serena, ottimista, più si avvicina al grigio e più i miei sensi restano in attesa, all’erta.

Una volta salita sull’autobus che mi avrebbe portata al lavoro, ho provato il desiderio di scrivere, dovevo fermare quello che i miei occhi avevano ammirato, ma una fotografia non avrebbe reso quanto le parole. Così vi regalo questo mio piccolo pensiero, leggetelo e chiudete gli occhi…

La notte fa riflettere

notteLa notte scorsa, avendo la consapevolezza di non dovermi alzare alle 5,45 come il solito, non ho chiuso occhio; alle due e mezza i miei occhi scrutavano, ben spalancati, il soffitto. Avrei voluto leggere un po’, ma questo significava svegliare mio marito che aveva tutto il diritto di riposare; avrei potuto scrivere un articolo per il blog, ma nel silenzio, la digitazione sulla tastiera diventa un fracasso infernale; potevo andare, perché no? in cucina a preparare il pane da infornare stamattina, ma si stava troppo bene sotto le coperte, così mi sono rigirata per un po’ nel letto con la speranza di prendere sonno… niente da fare.

Allora, ben conscia di non poter più dormire, ho lasciato vagare i pensieri in libertà e dove vanno a finire i miei pensieri? Quando ero ragazzina, adolescente, andavano al cantante o all’attore di turno, al “tipo” che incontravo tutte le mattine andando a scuola e che avrei voluto conoscere, adesso che sono “vecchia e poco saggia”, vanno direttamente in cucina, e mi sono ritrovata a paragonare, a pensare la vita come una cucina in cui si prepara da mangiare con quello che si ha.

cucina

C’è chi ha ingredienti pregiati e può preparare piatti raffinati, ma destinati a pochi invitati; chi ha ingredienti comuni e cucina piatti semplici, magari cercando di tramandare ricette di famiglia; c’è anche chi cucina con gli avanzi, con ingredienti che altri non hanno voluto o non hanno più voluto e riesce ad avere una mensa più ricca e più varia e poi c’è anche chi rifiuta alcuni ingredienti, perché potrebbero “nuocere” alla linea; niente a che vedere con chi non può utilizzarli perché la salute ne risentirebbe sul serio.

Fruit,_Vegetables_and_Grain

 

Se si pensa a quanto ho appena scritto trasformando gli ingredienti in esseri umani, si ha la rappresentazione della nostra società in versione gastronomica: i single, le famiglie allargate, i benestanti, i milionari, gli operai…

E’ proprio vero, allora, che siamo quello che mangiamo?

Tutto questo è passato per la mia mente, anzi davanti ai miei occhi, fino al suono della sveglia ed erano ben chiari i contorni delle persone, quasi come fossi a teatro, ad assistere ad una commedia.

Con questo pizzico di follia filosofica o folle filosofia, vi auguro un buon fine settimana.

Alla prossima.

(foto prese dalla rete)

Buon Anno!

Buon Anno! Tantissimi auguri a tutti!

Il 2015 si è finalmente chiuso, con i suoi alti (pochi) e i suoi bassi (troppi), siamo ancora frastornati dagli eventi degli ultimi mesi, ma la speranza del “meglio” che verrà ha sempre il sopravvento; sì, perché il pessimismo scompare, la notte del trentun dicembre. Tutto viene dimenticato, messo da parte per far posto non tanto ai buoni propositi per il nuovo anno, quanto per far posto alle aspettative del nuovo anno. Dal 2016 mi aspetto che… questo è quanto realmente pensiamo e diciamo. Io non ho buoni propositi, li dimentico nel momento stesso in cui li formulo, ma aspettative, beh quelle sì, qualcuna c’è: mi aspetto di avere la costanza di seguire il mio blog, mi aspetto di vedere mia figlia crescere e maturare (proporzionatamente alla sua età, ovvio), mi aspetto tanti luoghi nuovi da visitare nei nostri viaggi… e sono aspettative che possono realizzarsi solo con un grande impegno da parte mia (e del resto della famiglia), già questo è un proposito o no?!

Perciò non serve che mi impegni formalmente a salvare il pianeta, per avere buoni propositi o buone intenzioni per questo nuovo anno, basta che cerchi di essere me stessa, mettendocela sempre tutta e ritagliando un po’ di tempo per tutto. Le aspettative non sono altro che i nostri buoni propositi formulati in forma interrogativa.

Buon anno quindi a chi sceglierà di essere semplicemente sé stesso, sinceramente; buon anno a chi andrà avanti nel proprio intento, anche se non avrà l’appoggio di tutti quelli che vorrebbe; buon anno a chi non si accontenterà, ma avrà sempre una spinta a migliorarsi; buon anno a chi dice di non volere nulla ma poi incrocia le dita…

Buon anno a voi! … e buon anno a noi!

Blog

Sono stata assente dal blog per parecchi giorni, le Feste sono in pieno svolgimento, domani però si lavora, così stasera, mentre finivo di preparare divise e camici per questi giorni lavorativi, mi sono riguardata per la duemillesima volta “Julie & Julia”.
Mi piace tantissimo questo film; un po’ per la cucina, un po’ per il discorso blog.
Non che io mi aspetti la notorietà di Julie Powell con il suo blog, ma mi piace pensare, come lei, che qualcuno che lo legge ci sia, aldilà di amici e parenti.
A proposito, ho cambiato il look del blog, è molto più chiaro adesso e sembra anche meno “pesante”.
Tornando al film Maryl Streep è fenomenale come sempre, e Julie Powell è impersonata grandiosamente secondo me; l’attrice (di cui ora mi sfugge il nome) riesce a trasmettere la semplicità della vita di questa ragazza, i suoi pensieri, le sue ambizioni, le sue vittorie e le sue sconfitte con molta naturalezza, tanto che, leggendo il libro si riesce a visualizzare perfettamente la scena del film, tanto è stata interpretata fedelmente.
Io non mi sono data una scadenza, non ce la farei mai a portare a termine un progetto con una scadenza, mi ridurrei alla corsa dell’ultimo minuto; però voglio metterci impegno e scrivere con una certa assiduità.
Ogni volta che rivedo il film si riaccende quella spia che mi sprona ad andare avanti, anche se non ho riscontri dell’esistenza di lettori sconosciuti, di qualcuno che dà un’occhiata al mio blog di tanto in tanto.
A volte mi chiedo come possa qualcuno capitare, navigando on line, sul mio blog; mi immagino questo lettore/lettrice che legge i miei articoli, che magari si fa delle domande su di me, sulla streghetta, sulla nostra vita e che decide di seguire le nostre vicende, curiose o noiose che siano.
Questo mi fa continuare.
Scriverò, scriverò e scriverò…

Sospesi

Non so voi, ma io da sabato mattina quando ho sentito le notizie di Parigi, mi sento come dire… “sospesa”. Faccio le cose di ogni giorno come ogni giorno, ma mi sembra che sia tutto provvisorio. Esco di casa per andare al lavoro, salgo sull’autobus con le stesse persone, ascolto gli stessi discorsi, ma c’è qualcosa di diverso, qualcosa che non so spiegare. Un po’ come quando si va in vacanza e per un po’ la nostra casa, la nostra strada, i nostri negozianti cambiano, ma noi sappiamo che presto tutto tornerà come prima. Al nostro rientro.

Anche il cielo ha sempre lo stesso grigio monotono, spezzato solo dal nero spento della notte. Fuori non ci sono rumori, non ci sono voci, non ci sono odori… tutto è fermo.

Stiamo aspettando qualcosa: la natura, noi, le cose, siamo tutti in attesa di qualcosa… sentiamo questa sensazione quasi di ansia, ci muoviamo più attentamente, quasi a non voler svegliare qualcuno che sta riposando.

Non la definirei “paura”, non ha senso farsi condizionare da quanto è successo, potrebbe capitare di nuovo, lo sappiamo, potrebbe capitare ovunque, sappiamo anche questo, ma dobbiamo vivere alla giornata, comportarci normalmente; allora cos’è?

Cos’è questa sensazione di muoversi come in un sogno?, un brutto sogno, di quelli in bianco e nero, quelli in cui tu sei l’unica persona che è cosciente e tutto il resto si muove come comandato da un altra volontà.

Un raggio di sole aiuterebbe forse.

Una sensazione simile l’ho vissuta nel 2012 dopo il terremoto che ha colpito, tra le altre, anche la mia città. Sembrava che ogni momento fosse buono per una nuova scossa, che per fortuna non è arrivata. Ricordo che stavo male quando mi separavo da mia figlia, da mio marito -Se deve succedere qualcosa-, pensavo, -vorrei che fossimo insieme-.

Adesso non è la stessa cosa. Ma non trovo una definizione per tutto ciò che provo.

Forse vorrei solo svegliarmi e scoprire che è stato un incubo, nient’altro che uno stupido, sciocco incubo…

Qualcuno si sente come me?

Penso…

…e poi ci sono giornate come questa.

giornate in cui ti svegli al mattino con la strana sensazione che ci sia qualcosa che non va, poi accendi la radio, la tv e capisci il perché…

Improvvisamente tutta la fede che avevi nei confronti della bontà degli esseri umani svanisce; svanisce ogni volta che accadono fatti di questo genere. Cerchi di pensare che non sono tutti così, ma poi cominci a metterti nei panni di coloro che erano là, cosa avresti fatto?, cosa avresti pensato, mentre vedevi che le persone intorno a te cadevano uccise? Torni alla tua realtà, sempre con la lontana speranza che sia solo un brutto sogno, sei al caldo, stai facendo colazione magari, oggi è sabato, non lavori, hai la mattina per sbrigare le tue faccende con calma, la tua giornata, il tuo weekend sono già pianificati. Senz’altro avevano fatto piani per il weekend anche quelle persone… e ricominci a pensare, ti senti più vicina a loro perché ami il loro paese, perché se ne avessi la possibilità vivresti là, pensi alla tua famiglia, sareste tutti sani e salvi?

Poi cominci a fare un esame delle persone che conosci, alcune vengono da altri paesi, le conosci da un po’ di tempo, sono brave persone. Sono brave persone?, il dubbio comincia ad insinuarsi, in fondo anche coloro che hanno compiuto atti di terrorismo, erano persone insospettabili, ben integrate. La tua fede nel genere umano vacilla.

Per qualche giorno sai che guarderai con diffidenza chiunque prenda il tuo stesso autobus, chiunque si trovi in coda con te al supermercato, chiunque entri in banca due minuti dopo di te e si guardi in giro spaesato, tutti potrebbero essere tutti.

Pensi a tua figlia, a tuo marito, pensi -Speriamo che qui non succeda-, ma sai perfettamente che non esiste una certezza; pensi alla sicurezza, alla sorveglianza che non è mai sufficiente… e ti senti abbandonata. Sei in balìa degli eventi.

Torni in te, la vita deve continuare, la giornata va avanti, il tempo non si ferma per nessuno. L’unica cosa che puoi fare è essere solidale con quella gente, pensando che poteva capitare nel tuo paese, che poteva capitare a te…

… e ricominciare a pensare che c’è del buono in ogni persona, che non siamo circondati solo da mostri senza cuore. Ci vorrà tempo, ma ce la farai, ce la fai sempre…

 

 

Questa volta ritorno.

Buongiorno mondo! Sono tornata!
Avevo previsto un rientro plateale, con frasi grondanti sensi di colpa per essere stata così tanto tempo senza scrivere una riga, chiedendo perdono per il mio comportamento poco “professionale” (ma, mica sono una giornalista io…) e con la promessa di impegnarmi in futuro a postare nuovi articoli con una certa frequenza, anche se non proprio regolare… invece zzzaaaapppp!!! Come un fulmine a ciel sereno, ecco che arriva la streghetta, la quale dopo aver alzato il naso dal libro che sta leggendo, se ne esce con – Mamma, vorrei anch’io trovare la mia migliore amica come ha fatto Lola! –

Lola è la protagonista del romanzo “Eccomi qua, sono Lola!” di Isabel Abedi, dal quale è stato tratto il film “Ecco a voi Lola” che mia figlia ha visto e rivisto almeno un centinaio di volte in quest’ultimo anno.

Lola si trasferisce con la famiglia ad Amburgo, nuova città, nuova scuola, nuovi amici. Non è del tutto felice però; nonostante sia stata ben accettata dai nuovi compagni, sente la mancanza di un’amica, una vera amica. Durante una festa della scuola i bambini mandano verso il cielo tanti palloncini colorati, ai quali hanno appese altrettante cartoline con i loro desideri. Inutile precisare che quello di Lola riguarda appunto la voglia di incontrare l’amica del cuore.

Un giorno finalmente arriva una lettera di una bambina, Stella, che racconta di aver trovato il palloncino di Lola, da questo momento inizia la corrispondenza tra le due bambine.

In realtà Stella, altri non è se non Flora, compagna di banco di Lola, emarginata da tutta la classe (Lola compresa) per il forte odore di pesce che la accompagna. I bambini non pensano che Flo deve stare sul posto di lavoro della mamma, il banco del pesce, perché non ha le possibilità economiche per pagare una baby sitter. Quando Lola scopre la vera identità di Stella si infuria e caccia Flo in malo modo, salvo rendersi conto alla fine che Flo si è sempre dimostrata una vera amica, con la V maiuscola.

Il mio pensiero è andato ai mei ricordi di bambina, ragazza e, perché no, di adulta. Chi di noi non ha fatto lo stesso sogno di Lola? Io spesso. Non perché non avessi amiche, ma quella speciale, che ci sarà per sempre, con cui condividere tutto, i cui mariti (una volta cresciute) se la intendono alla perfezione… quella no. Quella non l’ho trovata.

Sarà che quel genere di amicizie mi danno tanto l’idea di famiglia del mulino… Non penso di essere pessimista nel dire che non esistono, semplicemente mi sento realista. Dov’è quell’amica che molla marito, figli, casa non appena tu ti senti triste e sconsolata? Da ragazzine si può anche avere un’amica con cui condividere esperienze, storie, segreti, crescendo la situazione è diversa; ci si sente, ci si vede ma la vita ci cambia, chi in meglio, chi in peggio, non saremo più le adolescenti che condividevano ogni momento della giornata.

Forse aveva ragione chi mi dava della “sognatrice”, perché ci sono momenti in cui mi sento ancora Lola, salvo poi svegliarmi subito dopo e trovarmi faccia a faccia con la realtà, spesso fatta di porte chiuse o di interessi ben celati da un’apparente cordialità. Ogni volta mi sforzo di pensare che ci deve essere del buono nelle altre persone, ma nove volte su dieci resto avvilita, delusa, al punto di rischiare di allontanare quell’unica persona che è sincera.

Auguro alla mia streghetta di avere più fortuna, magari di trovare davvero l’amica del cuore… Quella con la A maiuscola…

(So che questo post non sprizza allegria da ogni riga, ma almeno sono tornata a pubblicare qualcosa.)

 

 

 

L’incertezza…

[banner size=”125X125″ align=”alignleft”][banner align=”alignright”]Ho desiderato per tanto tempo di avere un blog tutto mio, l’ho desiderato con tutto il cuore e con mille ripensamenti.
Ho deciso che ci avrei provato e l’ho fatto.
Adesso che è finalmente una realtà, non so più cosa dire, cosa scrivere… tabula rasa.
Non so nemmeno se qualcuno ha curiosato sul mio blog, a parte gli amici…
Nessuno che lascia un commento, anche se negativo. Forse,inconsciamente, mi aspetto una sorta di pubblico, dei lettori…
Beh, in un certo senso farebbe piacere, ma oggi la maggior parte dei blog parlano di cucina, altri di moda, altri di qualunque cosa…
Io vorrei parlare di tutto un po’, sono consapevole di averlo già specificato, ma a volte ho talmente tante cose, idee che vagano nella mia mente che potrei scrivere una ventina di pagine, tutte su argomenti differenti, ma poi lascio perdere perché non riesco a riordinare il tutto.
Così mi ritrovo a mente vuota, quando avrei tutto il tempo per scrivere.
Immaginando degli ipotetici lettori… scusate le mie assenze prolungate, devo ricaricare a dovere le batterie e se volete essermi d’aiuto, siete i Benvenuti!
A presto!