Assemblea in azienda

Avete mai partecipato ad un’assemblea aziendale? Qualcuno sì, qualcun altro no. Io sono più di vent’anni che assisto alle assemblee, e nella maggioranza delle volte la scena che osservo è sempre la stessa.

Le persone in prima fila sono totalmente prese dalle parole dell’oratore di turno, il che fa sorgere una domanda: sono veramente interessate e capiscono ogni parola che viene detta, o sono riuscite a dormire con gli occhi aperti? (non si nota un battito di ciglia), o peggio ancora, hanno gli auricolari nascosti dai capelli e si stanno ascoltando la loro playlist e ogni volta che annuiscono non è perché sono d’accordo con quanto viene detto, ma perché tengono il ritmo della canzone?

Le persone subito dietro queste, sono relativamente attente, dico relativamente poiché ogni tanto si voltano a sussurrare qualcosa alla persona a fianco, ma contrariamente a quanto può sembrare, non è certo un commento a quello che stanno ascoltando, bensì una parte della loro conversazione che è iniziata molto prima dell’assemblea.

Dalle file centrali alle ultime le attività sono le più disparate: chi gioca con il tablet, chi messaggia sul cellulare, chi, addirittura, tiene una propria assemblea per affermare che tutto ciò che sta raccontando “Tizio” non corrisponde a verità, perché la persona in questione è sempre più informata, anche di coloro che tengono queste assemblee per professione; c’è chi ha un impellente bisogno di recarsi ai distributori automatici almeno venti volte in un’ora, chi riceve telefonate con tanto di suonerie “discoteca style” a tutto volume (nelle ore di lavoro non si potrebbe avere il telefono acceso, quindi perché ti fai chiamare a quest’ora?) e, ai bei tempi che furono, quando io ero ancora apprendista, c’erano i gruppetti che si facevano la loro bella partita a briscola o chi pensava alla manicure, all’uncinetto, al ricamo, alla gazzetta dello sport… Insomma ce n’è per tutti i gusti!

Tutte queste attività, chiamiamole “alternative”, non sempre sono dovute allo scarso interesse dei partecipanti al tema dell’assemblea, almeno non di tutti. A volte ci troviamo di fronte ad oratori che con poche parole ti mettono al tappeto, non perché abbiano motivazioni ed argomenti talmente forti da lasciarti “ko”, ma perché il loro tono è altamente soporifero,ne ho sentiti parecchi partire con un tono vivace, squillante, per poi affievolirsi  fino a diventare una cantilena; altri che, sopraffatti dalla timidezza, e parlare davanti ad una platea non è cosa da tutti (io non riuscirei mai), prima di iniziare il discorso, dicono almeno trecento “scusate”, sottovoce però, nel timore di venire ascoltati; altri, che sono una buona percentuale, parlare solo ed esclusivamente il “politichese”, gergo incomprensibile ad ogni orecchio lavoratore.

Rare volte il pubblico, l’assemblea stessa, si è trovato di fronte a qualcuno che parlava in modo chiaro, senza tanti giri di parole, senza termini incomprensibili, quelle volte, l’assemblea sì che è stata partecipata, vissuta, compresa appieno, sì che ha dato i suoi frutti.

Adesso quei ricordi fanno sorridere, fanno dire -Bei tempi- se osserviamo da spettatori gli atteggiamenti delle nuove generazioni…e mi spiace pure, per questi poveri cristi, che arrivano la mattina presto, prima dell’orario d’ufficio e si trovano davanti ad un pubblico di ingrati senza un briciolo di rispetto, non ce ne vogliano, ma a volte non ce la facciamo proprio…

Sono quasi sicura che qualcuno di voi si è ritrovato a sorridere leggendo queste righe.

Buon Sabato.